- 11 Novembre 2008
- Postato da: consulentilavoromessina
- Categoria: Archivio
A meno di due mesi dalla scadenza del periodo transitorio facciamo il punto analizzando i dubbi ancora non risolti.
Nella direzione della deregolamentazione auspicata dai Consulenti del lavoro, il Libro Unico del lavoro si avvia allentrata in vigore: una vera rivoluzione tra alcuni dubbi applicativi e molte certezze.
Nella direzione della deregolamentazione auspicata dai Consulenti del lavoro, il Libro Unico del lavoro si avvia all’entrata in vigore: una vera rivoluzione tra alcuni dubbi applicativi e molte certezze.
Terminerà tra poco più di un mese il periodo transitorio, seguirà l’istituzione del Libro Unico del Lavoro (LUL) che rappresenta un’imponente fase di progresso informatico del settore dell'amministrazione del personale e che comporta, inevitabilmente, un percorso di adattamento della tecnologia e delle nuove modalità operative.
Al riguardo il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha presentato al Ministero del lavoro un documento in cui solleva alcuni dubbi sull’applicazione delle nuove regole ai casi concreti e fornisce la propria interpretazione su utilizzo del calendario sfalsato, modalità di tenuta per datori con più sedi e/o più consulenti del lavoro, numerazione sequenziale per la sezione presenze all’interno del libro unico, ecc..
Sono oltre 1000 i quesiti sull’applicazione del Libro unico pervenuti alla Fondazione Studi dall’istituzione della casella di posta elettronica. Molti di questi hanno già avuto risposta e sono disponibili sul sito nazionale. Pubblichiamo in queste pagine la sintesi di alcuni dei più ricorrenti, raggruppati per macro argomenti. Alcuni attendono le interpretazioni e le risoluzioni ministeriali, il Consiglio Nazionale vigilerà affinché eventuali disguidi e disfunzioni vengano risolti e chiariti tempestivamente dal Ministero del lavoro.
Proposto e sollecitato dai Consulenti del lavoro, il libro unico sarà uno dei tanti passi già mossi dalla categoria verso la nuova azione di “suggeritori di riforme”, anziché di meri “interpreti di leggi”.